LA SOSTENIBILITÀ E IL FUTURO DELL’IMPRESA.

19 Set, 2022 | NEWS

Un articolo a firma del nostro Past President Fulvio Rossi sul suo libro “La sfida inevitabile. La sostenibilità e il futuro dell’impresa”, edito da il Mulino, da pochi giorni in libreria.

Di Fulvio Rossi

 

Oggi sono poco più di 200 le società italiane che si sono già cimentate con la redazione di una Dichiarazione non finanziaria, ovvero con una forma di report di sostenibilità rispondente a requisiti di qualità stabiliti da norme europee di metà del decennio scorso. Tra qualche anno, a partire dal 2026, in base alla nuova direttiva sul sustainability reporting, le società italiane potenzialmente interessate saranno circa 4000. Basterebbero questi numeri a far percepire la crescita di rilevanza dei temi di sostenibilità per il mondo delle imprese, ma ci sono anche altre iniziative europee che la alimentano, come l’introduzione di obblighi di due diligence ambientale e sociale nella catena del valore per le imprese più grandi, l’obbligo per gli operatori finanziari di fornire informazioni sul contenuto sostenibile – secondo una tassonomia stringente – dei propri impieghi e investimenti. Scrutando l’orizzonte, neanche troppo lontana si scorge l’onda montante delle richieste di informazioni sulla sostenibilità, che interesserà anche le PMI. Tutto questo è ben noto agli addetti ai lavori della corporate sustainability, ancora poco – invece – alla grande platea degli operatori del mondo produttivo.

Che cosa succederà quando si diffonderà la consapevolezza dell’onda in arrivo, quando suonerà l’allarme? Molti si dovranno attrezzare per non essere travolti, e sarà forte la tentazione di optare per soluzioni orientate alla sola compliance, che intacchino il meno possibile modelli di business consolidati: una risposta difensiva, che rappresenterebbe quanto meno un’occasione persa. Solo dando corso a una verifica più approfondita dell’effettiva sostenibilità delle proprie strategie, dei prodotti, dei processi, sarebbe infatti possibile porre le basi di un successo economico duraturo e non rischiare, al contrario, di imboccare il binario morto del business as usual in un contesto di profonda trasformazione. Dietro l’ondata di richiesta di informazioni ci sono infatti problemi ineludibili – uno su tutti, il cambiamento climatico – che richiederanno interventi su molti fronti, primi tra tutti le politiche pubbliche e l’innovazione, e che implicheranno, per via normativa o di mercato, ricadute sulla competitività. Problemi complessi e di grande portata, che presenteranno prima o poi il conto a tutti, nonostante l’attenzione sia ora maggiormente attratta dai problemi contingenti della sicurezza energetica (cui peraltro la prospettiva della transizione ecologica verso le fonti rinnovabili fornisce risposta) e della crescita economica in un quadro inflattivo.

Nella convinzione che le imprese debbano inevitabilmente misurarsi con lo sviluppo sostenibile, perché ne va del loro stesso futuro, risiede la motivazione che mi ha indotto a scrivere il libro “La sfida inevitabile. La sostenibilità e il futuro dell’impresa: Il libro nasce come tentativo di fornire una risposta al prevedibile aumento della necessità di comprendere meglio la sfida posta alle imprese dallo sviluppo sostenibile, in particolare da parte di manager, imprenditori, nonché amministratori di società: come l’Osservatorio Sustainability Makers su governance e sostenibilità, in collaborazione con ALTIS, ha messo bene in luce, la presenza di competenze di sostenibilità nei CdA è molto limitata. L’ambizione, che spero riuscita, è quella di fornire un quadro concettuale completo, attraverso la trattazione di molti argomenti in modo discorsivo ma accurato, anche nei riferimenti bibliografici per chi volesse approfondire, o trovare i documenti più rilevanti per la propria situazione. L’elemento distintivo, di cui invece sono certo, è il punto di vista: quello di chi ha praticato per anni, come manager d’impresa, l’introduzione e lo sviluppo aziendale di strumenti di corporate sustainability, conoscendo le difficoltà di modificare assetti operativi e aspetti di cultura manageriale consolidati. Per questo il libro, facendo propri gli interrogativi dei lettori cui idealmente si rivolge, cerca di mettere sistematicamente in evidenza il legame tra la sostenibilità ambientale e sociale dei modelli di business da una parte e la creazione di valore e il successo economico dell’impresa stessa dall’altra.

L’indice dei contenuti del volume, riportato in sintesi qui di seguito, fornisce un’idea degli argomenti trattati. Tuttavia, solo la lettura può restituire il senso logico della loro presentazione nell’ordine proposto e permettere di comporre un quadro complessivo.

  • Sviluppo sostenibile e imprese sostenibili: chiavi di lettura (Sviluppo sostenibile e corporate sustainability; Sostenibilità del modello di business: prodotti, processi, filiera; Stakeholder: impatti, influenza, engagement; Capitali intangibili e capitale naturale; Complessità, rischi e opportunità)

  • Motivazioni della corporate sustainability e finalità dell’impresa (CSR e CSV; Razionalità economica o scelta valoriale?; Finalità dell’impresa e creazione di valore; Società benefit e B Corp)

  • Fattori trainanti (Consumo consapevole; Finanza sostenibile 1: fattori ESG; Finanza sostenibile 2: rating di sostenibilità; Rilevanza della catena di fornitura)

  • Aspetti e iniziative ambientali e sociali (Ambiente; Diritti umani e risorse umane; Filantropia e comunità; Iniziative: quadro di sintesi)

  • Governance della sostenibilità, obiettivi, reporting (Materialità: nodo e bussola; Misurazione e informazione: il reporting di sostenibilità; Governance della sostenibilità, percorsi e obiettivi; Organizzazione della corporate sustainability.

Per i professionisti della sostenibilità, il libro presenta con ogni probabilità argomenti almeno in larga parte già noti, anche se chi si trova all’inizio del proprio percorso potrebbe non avere familiarità con tutti i contenuti. L’invito che rivolgo loro, e in particolare ai soci di Sustainability Makers, è perciò di considerarlo soprattutto uno strumento di lavoro da utilizzare nellaformazione in ambito d’impresa e di consigliarlo a chiunque possa, nella loro opinione, trovarvi utili riferimenti. Tuttavia, anche una lettura critica e l’apertura di un dibattito sarebbero di certo utili, oltre che fonte, per me, di particolare soddisfazione.

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