STUDIO EASP: METÀ DELLE AZIENDE EUROPEE HA GIÀ INTEGRATO LE TEMATICHE DI SOSTENIBILITÀ NEI PROPRI COMITATI ESECUTIVI

7 Gen, 2025 | NEWS

7 gennaio 2025 – Oltre 400 Sustainability Manager europei hanno partecipato a una ricerca promossa da EASP – European Association of Sustainability Professionals, l’associazione internazionale promossa nel 2016 da Sustainability Makers, di cui oggi l network fa parte. Lo studio (clicca qui per il download) ha esaminato l’impatto della CSRD sulla governance della sostenibilità nelle aziende europee, rilevando che solo 50% delle aziende ha intrapreso azioni concrete per adattare la propria organizzazione alle nuove richieste della normativa CSRD, ma che il restante 50%, seppure in ritardo, ritiene che il cambiamento sia necessario, a conferma di una presa di coscienza graduale.

L’impatto sul ruolo del Sustainability Manager

Lo studio evidenzia che la maggior parte dei cambiamenti riguardano gli investimenti o l’organizzazione: in risposta alla CSRD, l’85% dei dipartimenti sostenibilità in Europa ha già aumentato i propri budget o sta pianificando di farlo. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il 55% dei Sustainability Manager ritiene che le risorse attualmente disponibili siano ancora insufficienti per soddisfare appieno i requisiti previsti dalla CSRD. Questo divario rivela la necessità di investimenti più consistenti per garantire una compliance efficace e sostenibile a lungo termine.

Inoltre, il 50% delle aziende destina queste risorse aggiuntive all’outsourcing, rivolgendosi a società di consulenza specializzate.

Secondo il Direttore Scientifico di Sustainability Makers Matteo PedriniQuesti dati illustrano non solo come le aziende si stiano adeguando ai requisiti della CSRD, ma anche come questi cambiamenti stiano ridisegnando radicalmente il ruolo dei responsabili della sostenibilità. Con l’adozione da parte delle aziende italiane di nuovi strumenti e sistemi per migliorare la raccolta e l’analisi dei dati sulla sostenibilità, ci si aspetta che i responsabili della sostenibilità vadano oltre la compliance normativa. Questi strumenti consentono alle aziende di gestire grandi volumi di dati complessi sulla sostenibilità in modo più efficiente, consentendo approfondimenti sugli impatti ambientali, sulle metriche di responsabilità sociale e sulle pratiche di governance. Per i responsabili della sostenibilità, ciò significa che devono sviluppare una comprensione più sofisticata dell’analisi dei dati e delle piattaforme tecnologiche, che tradizionalmente non facevano parte del loro ruolo. Padroneggiando queste capacità, possono generare informazioni più accurate e fruibili che informano il processo decisionale e la strategia ai massimi livelli dell’azienda.” – conclude Pedrini – “Questo amplia l’ambito del loro lavoro, posizionandoli come figure centrali nell’allineamento della strategia aziendale con gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine, piuttosto che come operatori isolati focalizzati esclusivamente sulla compliance”.

Una dinamica che ora riguarda anche le PMI

I cambiamenti osservati non riguardano solo le grandi aziende. Tra le aziende partecipanti allo studio, infatti, Spagna e Italia si distinguono per un tessuto economico che è prevalentemente costituito da piccole e medie imprese: il 50% degli intervistati italiani e spagnoli sono aziende con meno di 250 dipendenti. Queste realtà stanno iniziando a integrare la sostenibilità nelle loro operazioni.

Maria Cristina Zaccone, membro della Direzione Sceintifica di Sustainability Makers (Italia), sottolinea: “Alcune PMI italiane stanno iniziando il loro percorso di sostenibilità istituendo una posizione specifica dedicata alla gestione dei temi socio-ambientali, favorendo così un cambiamento culturale all’interno dell’organizzazione”.

Riorganizzazione strutturale: un segno di crescita della consapevolezza nelle aziende

  • Oltre agli investimenti finanziari, lo studio rivela cambiamenti strutturali all’interno delle aziende: il 39% delle aziende ha già modificato, o prevede di cambiare, la governance della funzione sostenibilità per elevare il livello gerarchico a cui questa funzione riporta;

  • Allo stesso modo, oltre l’80% delle aziende intervistate ha registrato una maggiore collaborazione tra la funzione sostenibilità e il dipartimento finance;

  • Infine, la metà di queste aziende ha già integrato i temi della sostenibilità a livello di comitato esecutivo, segnando un cambio di paradigma: la sostenibilità non è più una mera considerazione operativa o di compliance, ma sta diventando una priorità strategica a tutti gli effetti.

Clicca qui per il download completo dello studio.

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